APOLLO
Apollo [2020]
Nel corso del lockdown dovuto al COVID-19, ho continuato a lavorare dentro casa. Al di fuori delle ore in cui seduto in postazione mi riusciva perlomeno di scansare lo stupore, di orientarmi, ne ho lasciate molte altre fra il divano e la tivù con notiziari e bollettini quotidiani, film d’azione e fantascienza, domandandomi che mondo avrei trovato dopo quella sospensione. Nelle giornate di sole ho seguito la luce avanzare in terrazza, l’andamento delle ombre lungo l’ampio parapetto di cemento, e col trascorrere di giorni e settimane ho visto in quella superficie di contorno il mio confine di manovra. Così l’ho campionata e modellata su una sfera grazie al CAD di cui mi servo per lavoro, ricreando la mia Luna personale. Apollo, Dio del Sole come delle pestilenze, scelto paradossalmente dalla NASA per puntare alla conquista della Luna, mi è sembrato il nome adatto per riassumere la rotta del periodo.
During the historical lockdown for COVID-19, I converted myself to homeworking. Except while I was managing my regular employment, which it helped me with astonishment and guide myself somewhere, I spent my time remaining looking at the daily bulletin and news, action and science fiction movies, wondering what kind of world I’d find when the transition would be over. On sunny days I followed how the lights and shadows moved along the terrace concrete parapet, and as the days and weeks uncolored passed, I matched my wiggle room with that surface. So I used it as a skin for a CAD model of a sphere, creating through the software my confinement private Moon. Apollo, god of the Sun as well as the plagues, chosen by NASA for its best known program, seemed to me – in a paradoxical way – the better title for this event.